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giovedì 23 agosto 2012

I MERCENARI 2, CINECITTA' OCCUPATA, LA FRANCIA E I PARLAMENTARI AL MARE!



Sulla scia del successo del primo film, è uscito da pochi giorni nelle sale cinematografiche “I Mercenari 2”. Ci si trova davanti ad un’ora e 40 minuti di adrenalina, dove le vecchie glorie dei film di azione uccidono e fanno esplodere in mille pezzi i loro nemici. Se fossimo negli anni 80 non ci sarebbe nulla di strano, gli attori sono quelli che all’epoca resero grande questo genere cinematografico, però siamo nel 2012 e la cosa meraviglia un po’, specialmente quando te li ritrovi tutti insieme sul set 30 dopo. Il primo film doveva essere solo un semplice ed isolato esperimento, ma visto il successo riscontrato ne è stato fatto un seguito in cui la produzione ha stanziato ben 100 milioni di dollari.
A recitare la parte degli eroi che formano la squadra di mercenari, parte che per logica andrebbe a dei ragazzi tra i 20 e i 30 anni, ritroviamo tra i tanti, in ordine di età crescente: Jet Li anni 49, Randy Couture anni 49, Jean-Claude Van-Damme anni 52, Dolph Lundgren anni 55, Bruce Willis anni 57, Arnold Schwarzenegger anni 65, Sylvester Stallone anni 66 ed in ultimo Chuck Norris con i suoi 72 anni suonati a fare il nonno dell’allegra brigata. Tutta gente, che vista l’età, sarebbe più facile incontrare su un campo da bocce invece che su quello di battaglia. Tutto ciò la dice lunga su quanto al pubblico manchino queste figure carismatiche che nel tempo non hanno trovato sostituti, o se l’hanno trovati non sono riusciti a scalfirne l’immagine. Come dicevamo, non siamo più negli anni 80 del secolo scorso, perché se per ipotesi ci fossimo, a questo punto un produttore nostrano avrebbe chiamato un regista nostrano (scegliete voi quale tra Sergio Martino, Enzo G. castellari, Umberto Lenzi, Aristide Massaccesi ecc.), e gli avrebbe commissionato un ipotetico film dal titolo “ I Legionari”. Il regista nostrano avrebbe chiamato Mark Gregory, Tony Rhodes, George Eastman, Daniel Greene, e chi più ne ha più ne metta, e avrebbe tirato su la nostra bella squadra di Legionari, confezionando un film che facendo il verso al ben più costoso prodotto Hollywoodiano si ritagliava la sua bella parte di mercato; a cascata sarebbero stati girati altri film sempre sulla stessa falsa riga, e l’industria nazionale cinematografica avrebbe continuato a produrre reddito e lavoro, con gli studios di Cinecittà in testa. Questo è quanto di più ipotetico ma verosimile sarebbe successo se fossimo stati, come dicevamo, negli anni 80. Oggi, tutto ciò non è più possibile. Mentre l’industria cinematografica americana (ma anche quella mondiale) negli anni ha continuato ad andare avanti adeguandosi ai tempi, da noi abbiamo assistito al canto del cigno del nostro cinema!
E’ sotto gli occhi di tutti la protesta che in questi giorni stanno portando avanti i lavoratori e artigiani di Cinecittà (che con la loro maestria hanno reso grande il nostro cinema) che lottando contro la riconversione e la cementificazione dell’intera area degli studios, li hanno (giustamente) occupati! Purtroppo, si è arrivati a questo punto grazie alla cecità più totale degli amministratori sia locali che nazionali che negli anni si sono succeduti. Vero è, che la crisi parte da lontano.

Alla fine degli anni 70, Cinecittà passa da circa 400 film girati l’anno a 250 (ad oggi siamo arrivati a poche decine di film girati in un anno, sic!). Il calo di 150 film fu rilevante. Una delle principali cause fu l’avvento delle prime Tv private che potevano trasmettere in modo legale, e l’introduzione nelle case italiane dell’home video con i primi videoregistratori, permettendo allo spettatore di scegliere cosa vedere nel proprio salotto di casa. L’unione di questi due principali fattori portò alla chiusura in massa di molti cinema. Ovviamente diminuendo il numero dei cinema, diminuì anche il numero di film che potevano essere proiettati, ed a catena diminuì anche il numero di film prodotti! Inoltre molti fondi che prima i produttori destinavano al cinema furono dirottati alla televisione, che garantiva introiti sicuri senza rischi! Adesso senza allungare troppo la solfa, perché di cose da dire in proposito ce ne sarebbero tante. Non si capisce come mai, dopo la botta iniziale, nessuno ha compreso che per salvare le sorti della settima arte in Italia bisognava intervenire in modo intelligente ed energico? Voi, giustamente direte “questi non hanno fatto niente per Pompei, potevano stare a pensare a Cinecittà?”. Appunto, qui nel Bel Paese non si fa mai niente, a 360 gradi (almeno in una cosa siamo costanti)! Ma restando nell’ambito della situazione drammatica in cui versa il cinema italiano, non si capisce come si è potuti arrivare a questo punto e come mai ancora non si interviene a livello legislativo, forse perché c’è stata la fuga dei cervelli dei nostri politici all’estero, lasciando però il corpo con il culo ben ancorato in parlamento? Quando dico, intervenire a livello legislativo, intendo fare delle leggi, sul modello di quelle approvate in Francia. Oltralpe sono riusciti ad attirare capitali esteri, permettendo di far nascere una piccola Hollywood sulla Senna, procurando lavoro agli studios e agli operatori del settore cinematografico francese. Ci dice Repubblica.it che questo è stato possibile “grazie all' articolo 131 della finanziaria 2009, che per le cine-produzioni straniere realizzate per un minimo di cinque giorni in Francia prevede una riduzione d' imposta del 20 per cento: su una spesa di 20 milioni, 4 milioni di risparmio” (1), ovviamente molte produzioni americane si sono spostate a Parigi, queste hanno risparmiato e l’industria cinematografica francese ci ha guadagnato, e tutti sono rimasti contenti. Inoltre in Francia tra i film in distribuzione nel circuito nazionale una percentuale è riservata alle produzioni locali, ovviamente l’opposto di quello che succede in Italia, dove nel mese di agosto 2012 (ovvero adesso!) non ci sono film italiani in distribuzione nelle sale! Ogni anno grazie hai fondi alla cultura, verranno anche finanziate diverse opere (tanto i soldi sul capitolato di spesa dello stato sono stati stanziati ed a qualcuno bisognerà pur darli!) ma se poi non vengono distribuite, a che serve? Non sarebbe meglio fare il contrario, finanziare la distribuzione invece che la produzione o nel caso entrambe? A proposito di questa anomalia, un esempio su tutti ce lo racconta Emilio Marrese sull’Espresso: “…'Peperoni ripieni e pesci in faccia' di Lina Wertmüller con Sophia Loren, ha ottenuto un contributo record di 3 milioni e 718 mila per incassare (nel 2004) 6 mila e 567 euro lordi al botteghino: un'uscita clandestina, senza promozione, in meno di 20 copie. Non ha staccato nemmeno mille biglietti: la critica ha steso un velo pietoso, il pubblico non se n'è nemmeno accorto e col box office, praticamente, ci hanno pagato un giorno di catering”. La maggior parte dei film finanziati con i soldi dei contribuenti non viene distribuita, il rapporto è all’incirca che di ogni dieci film girati con i contributi dello stato, solo uno arriva nelle sale!
Infine, (proprio perché non volevo essere prolisso! Vabbè, ma qui la sintesi non è di casa…!) in Italia non si è mai sviluppato un vero e proprio mercato dell’home video, dove poter diffondere, oltre ai film normalmente distribuiti, quelle opere che per vari motivi non sono state ritenute adatte e/o non hanno avuto accesso, sia al circuito cinematografico, sia al circuito televisivo! La principale causa è la diffusa ed incontrastata pirateria a livello di audio visivi sul web. Così i detentori dei diritti di molte opere non ci pensano minimamente a farle uscire sul mercato home video nazionale, vista la potenziale remissione a cui vanno incontro! Esempio lampante è il film Eaters (2010) ove i suoi registi Luca Boni e Marco Ristori, hanno trovato la distribuzione per la vendita del DVD in Germania, tramite la Boll KG di Uwe Boll, ciò gli ha permesso di piazzare il film sui mercati di mezzo mondo, restando però inedito in Italia! Il film si può vedere in italiano comprando online la versione tedesca che comprende anche la nostra lingua. Ormai sono tanti i film italiani che non escono più sul nostro mercato perché non più redditizio, e bisogna sempre sperare che quando ne esce la versione estera comprenda la nostra lingua. Ulteriore esempio, è l’uscita in questi giorni sul mercato francese dello spaghetti western “Ognuno per sè” di Giorgio Capitani, con il titolo “Chacun pour soi” che fortunatamente comprende l'audio italiano, ma sul nostro mercato è ancora ufficialmente inedito! Tanto le case produttrici sanno che quei pochi appassionati italiani che sarebbero disposti comprare il film, e non a scaricarlo, non hanno problemi ad acquistarlo online! Inoltre ulteriore annoso problema è la distribuzione a macchia di leopardo dell’adsl sul territorio, e tecnologie tipo la smart-tv fruibile sui televisori Samsung (ma esistono anche altre marche che forniscono servizi similari) che permette di vedere film in streaming a costi concorrenziali, non decollano!
Oggi più che mai se lo Stato ha veramente intenzione di aiutare il cinema italiano a risollevarsi, se ci tiene che la maestria e la conoscenza di molte eccellenze che lavorano presso Cinecittà non vada persa per sempre, e che Cinecittà in quanto patrimonio culturale di questo paese, non diventi solo uno sbiadito ricordo con cui riempirsi la bocca tra qualche anno, deve intervenire a livello legislativo il più presto possibile! Ovvero, presto per modo di dire, perché mentre i lavoratori degli studios stanno protestando sotto il sole dell’estate più calda degli ultimi 100 anni con un presidio permanente, i nostri belli e iper-pagati parlamentari sono impossibilitati a dare ascolto alle proteste perché si ritrovano a legiferare sotto l’ombrellone di qualche isola tropicale, in quanto il parlamento è chiuso per ferie tutto il mese di agosto (2)! Alla faccia della crisi, dello spread e del P.I.L., tiè! E sono sicuro che se potessero ci aggiungerebbero anche un “Lavoratoriiiiiii??? …prrrrrRRRrrr!!!” di felliniana memoria!
Adesso, tornando ipoteticamente a cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente in questi ultimi 30 anni. Si potrebbe dire che forse sarebbe uscito in questi giorni un clone italico de I Mercenari, come è vero il contrario (alla fine degli anni 80 il giocattolo si era rotto, e la gente si era stufata di questi film!). Ma in qualsiasi modo fossero andate non è così inverosimile che, se fatte le leggi adeguate, forse I Mercenari 2 avrebbe visto la luce benissimo nei teatri di posa di Cinecittà, come tanti altri potenziali film, che ad oggi vengono girati in paesi dove per i produttori il risparmi è alto, tipo Tunisia o Romania! E così mentre una piccola Hollywood nasce sulla Senna, quella sul Tevere inesorabilmente muore, per la cecità di tanti amministratori che non sanno che negli anni 60 per un periodo Cinecittà superò Hollywood per numero di film girati, divenendo la capitale mondiale del cinema!


Note:

1-
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/07/28/hollywood-sbarca-sulla-senna-una-legge-aiuta.html
2- http://italia.panorama.it/politica/parlamento-chiuso-per-ferie

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