Da un po di anni è divenuta materia di studio il fenomeno delle leggende metropolitane. Cioè quell’attitudine che scaturisce in alcune persone di far proprie, o di attribuire a persone loro vicine, storie che hanno la capacità di suscitare un certo stupore. Ne consegue un effetto a catena, dove chi a sua volta ascolta la storia, in emulazione a chi gliel’ha raccontata, si rende testimone o detentore di fatti riconducibili a esperienze che non ha mai vissuto.
Un esempio di leggenda metropolitana, che forse è anche tra le più famose, è quella del motociclista, che riverso a terra perché ha appena avuto un incidente, viene soccorso da alcuni passanti. L’uomo con ancora il casco in testa, da segno di stare bene ed interagisce con i soccorritori. Giunto il momento di togliersi il casco, il motociclista nell’atto di farlo improvvisamente muore, questo perché l’incidente gli ha staccato la calotta cranica che saldamente era ancora attaccata al resto della testa. Lo sfilare il copricapo protettivo procurava il distacco tra le due parti e la conseguente morte.